lunedì 8 febbraio 2010

SE

Se riesci a non perdere la testa quando tutti
intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa;
se riesci ad avere fiducia in te stesso quando tutti
dubitano di te, ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare;
se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare;
o, essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
o, essendo odiato, a non abbandonarti all'odio, pur
non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio.
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
se riesci, incontrando il successo e la sconfitta,
a trattare questi due impostori allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire le verità che tu hai detto,
distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
o vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte;
e umiliarti; e ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori.
Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie
e rischiarle in un solo colpo a «testa o croce»,
e perdere; e ricominciare da dove iniziasti,
senza dire mai una parola su quello che hai perduto;
se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti anche quando ormai in te non c'è più niente
tranne la tua volontà che ripete «resisti!».
Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà;
o a passeggiare con i re senza perdere il senso comune;
se tanto nemici che amici non possono ferirti;
se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire l'inesorabile minuto
con un momento fatto di sessanta secondi;
tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
e, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio.

Rudyard Kipling